Un viaggio nelle profondità dell’isola Bisentina
“Piangerà Feltro ancora la difalta da l’empio suo pastor, che sarà sconcia sì, che per simil non s’entrò in malta.”
Dante Alighieri,
La Divina Commedia, Paradiso IX, 52-54
Misteriosa nella sua creazione, ubicata sotto il monte Tabor, il punto più alto dell’isola, citata da Dante come carcere perpetuo. Si tratta di un profondo cunicolo scavato nel tufo alla cui estremità c’è una camera ipogea di circa 6 metri e al cui centro è ubicato un pozzo, sopra il quale vi è un’apertura circolare dalla quale entrava l’acqua. Che questa struttura fosse in epoca romana usata come cisterna ce lo rivela l’intonaco impermeabile trovato sulle mura delle parerti interne. La sua origine è probabilmente molto più antica e legata alle acque termali vulcaniche che scorrono sotto di essa.
Ciò conferirebbe alla Malta una sacralità ritrovata: un ventre sotterraneo all’interno del quale venivano celebrati rituali legati alla nascita e alla fertilità di una Grande Madre. Caduta nell’oblio dopo essere stata trasformata per un lungo periodo in teatro di atrocità come carcere a vita per eretici questa camera tornò ad essere oggetto di conversazione tardo ottocentesca nel salotto teosofico di Madame Blavatsky, che riteneva questo luogo uno degli ingressi segreti per il regno sotterraneo di Agharti,”l’inaccessibile”.
Attraverso un percorso elementale, tra acqua, fuoco, terra e aria, riaffiora la memoria di un tempo che ritorna: un antico sapere legato all’osservazione del cielo e all’ascolto della terra che, con il suo battito, scandiva la ciclicità di una vita. Con il progresso del mondo moderno, l’essere umano ha perso la sua capacità di ascolto; il battito del pianeta si sta spegnendo; le sue fonti di acqua prosciugando e avvelenando. L’umanità si trova di fronte a un bivio. È possibile guardare indietro per andare avanti? Scendere nel profondo per uscire a riveder le stelle? Cosa ci insegnano luoghi come questo? Torneranno mai i nostri cuori a battere all’unisono con il battito della terra che da sempre ci sostiene e ci dà la vita?
Roberto Cacciapaglia, compositore e pianista, nasce a Milano, si diploma in composizione sotto la guida di Bruno Bettinelli presso il Conservatorio Giuseppe Verdi della sua città, dove studia anche musica elettronica e direzione d’orchestra. Lavora allo studio di Fonologia della Rai e collabora con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Pisa, studiando le applicazioni del computer in campo musicale. Protagonista della scena musicale internazionale più innovativa con la sua musica esplora tutti i generi fondendo classico e avanguardia, tradizione e contemporaneità.
Celestia
Raccolgo principalmente in luoghi con cui ho una relazione: ogni vaso diventa un segnale e una sorta di memoria autobiografica d’archivio, giustapponendo scultura e ricordo sulla mappa. Sebbene il mio lavoro sia focalizzato sul materiale, è rigidamente modellato: affido gran parte della mia narrazione alla ripetizione e sono interessato ai gesti dietro la creazione di una sfera in ceramica.
Tutti i giorni esclusi Lunedì e Mercoledì
Isola Bisentina
Lago di Bolsena 01010
Capodimonte VT